Uno studio filogenetico basato sul confronto delle sequenze del gene mitocondriale della citocromo ossidasi I (cox1) di esemplari raccolti in Italia di Vespa velutina, calabrone dalle zampe gialle originario delle aree tropicali e subtropicali del sud-est asiatico, ha permesso di appurare che questi provengono dalla diffusione verso sud di una popolazione stabilitasi in Francia. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) in collaborazione con il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Biological Invasions.
Secondo lo studio i 33 esemplari italiani di Vespa velutina – raccolti nel 2012, 2016, 2017 e 2018 – presentano tutti la medesima sequenza del gene mitocondriale cox1, che a sua volta risulta identica a quella di altri esemplari di questo calabrone rinvenuti in Europa e fino ad oggi studiati. Questo risultato ha permesso ai ricercatori di avvalorare l’ipotesi che la recente introduzione di Vespa velutina in Italia non derivi direttamente dai paesi d’origine dell’Asia sud-orientale, ma dalla diffusione di una popolazione che a partire dal 2004 si è stabilita e successivamente diffusa in Francia, e che attualmente si sta muovendo anche verso il nord Europa.
Comprendere gli spostamenti del calabrone asiatico è importante per mettere a punto strategie di sorveglianza e contrasto alla sua diffusione, e tutelare in questo modo la salute delle api e il settore dell’apicoltura. Gli adulti di Vespa velutina sono infatti predatori di un’ampia varietà di artropodi, comprese le api da miele (Apis mellifera), e potrebbero rappresentare una minaccia per gli alveari anche come possibili vettori di virus patogeni.
Un’altra ricerca infatti ha rilevato la presenza di forme replicative del virus della cella reale nera (BQCV) e del virus Kashmir (KBV) in esemplari di Vespa velutina rinvenuti in Italia. L’analisi delle sequenze virali mostra un’elevata percentuale di identità con sequenze di virus rilevate in Europa in Apis mellifera. Considerando l’attività predatoria di Vespa velutina, questa similarità genetica suggerisce che il calabrone asiatico possa contrarre questi virus nutrendosi e nutrendo le sue larve con api da miele infette e avere, di conseguenza, un ruolo nella loro diffusione.
Lo studio, realizzato in collaborazione dall’Università di Pisa, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna (IZSLER) e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
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