L’inquinamento ambientale e le emergenze relazionate alla cattiva gestione del territorio negli ultimi anni hanno suscitato una forte preoccupazione nell’opinione pubblica. Nell’atmosfera ritroviamo una notevole quantità di composti più o meno tossici, che poi si vanno a depositare nel suolo, nell’acqua e quindi negli organismi viventi e nei prodotti che compongono le filiere alimentari. Il contatto prolungato con questi composti o l’assunzione anche a piccole dosi può creare una serie di danni nell’uomo e per questo motivo che rappresenta un pericolo per la salute umana.
In questo scenario, le indagini tossicologiche che comprendono tutta la filiera agro- alimentare, sono di fondamentale importanza per la tutela della salute. Tra i compiti delle ASL c’è quello di monitorare la situazione dell’inquinamento; il territorio della ASL Roma G è caratterizzato da una notevole variabilità orografica per la presenza di zone montane, collinari e pianeggianti.
Per tutti i presupposti analizzati e per i dati ottenuti, l’ape si è rilevato un ottimo bioindicatore, a basso costo, per la ricerca di contaminanti ambientali quali gli IPA, essendoci aree diverse l’una dall’altra, con grandi città e piccolissimi comuni, ma anche vaste zone agricole ed importanti poli industriali. Utilizzare i metodi d’indagine tradizionali può risultare molto costoso, considerando l’alto numero di campioni necessari per avere una quantità rappresentativa della popolazione in studio, sia di persone, di animali o di matrici ambientali quali aria e suolo. Per superare questo problema, uno dei metodi più usati e quello di monitorare i contaminanti in maniera indiretta usando bioindicatori, che rappresentano uno strumento per estrarre informazioni di un ecosistema in forma attendibile [leggi tutto]
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