Nascosti su alberi alti e frondosi oppure su cornicioni posizionati anche a 20 metri di altezza, i nidi di velutina sono estremamente difficili da vedere. Eppure la loro individuazione e distruzione sono le principali opzioni che abbiamo per frenare la diffusione di questo pericoloso insetto alieno. Ora un team franco-inglese di scienziati ha testato una tecnica che si è rivelata molto promettente per scovare i nidi di calabrone asiatico: la radio-telemetria.
Comprendere il percorso di volo di una velutina catturata vicino ad un alveare sarebbe fondamentale per capire dove è situato il suo nido di partenza e andare a distruggerlo. Ecco perché molti scienziati hanno provato a stanare i nidi le velutine con droni e radar, senza però raggiungere ancora risultati soddisfacenti. Un team di scienziati dell’Università di Exter in Inghilterra, in parallelo con i colleghi francesi dell’INRA, ha provato ad usare la radio-telemetria. I risultati, pubblicati su Communications biology, una rivista di Nature, riaccendono le speranze di poter trovare i nidi in maniera facile ed efficiente.
La radio-telemetria consiste nel rendere tracciabili gli animali installando sul loro corpo un tag (transponder) che invia segnali ed è una tecnica è di ampio uso nello studio e monitoraggio di mammiferi, di uccelli e persino di pesci. Nessuno finora l’aveva mai provata su un insetto sociale come il calabrone asiatico.
La principale difficoltà era quella di capire se un insetto può ancora volare dopo che gli si è installato un tag sul corpo. I ricercatori hanno testato diverse soluzioni, attaccando il tag sul ventre dell’insetto sia in gabbie sperimentali che in campo aperto, arrivando ad una conclusione: il tag può arrivare a pesare fino all’80% del peso del corpo di una velutina. Se un calabrone pesa quindi 0,35 grammi può sopportare un tag di 0,28 grammi senza aver problemi a volare, una conclusione valida per l’81% degli insetti su cui era stato attaccato un transponder.
Risolto questo problema gli scienziati hanno provato a verificare se la radio-telemetria riuscisse a individuare i nidi di calabrone. Ebbene, sia in un’area urbanizzata (nel circondario di Bordeaux in Francia) che in una naturale (sull’isola di Jersey, a sud della Gran Bretagna), questa tecnica ha dato ottimi risultati. Tutti i calabroni “taggati” sono stati tracciati ottimamente ed è stato possibile individuare il nido nel 63% dei casi: quattro calabroni su sei, nello studio francese e uno su due, in quello inglese (2 calabroni sono invece andati in un luogo inaccessibile e l’ultimo è stato bloccato nel suo volo da una forte pioggia). Il nido più vicino era a 45 metri dal luogo di rilaschio del calabrone taggato, il più lontano 1,3 Km.
La radiotelemetria, anche se i numeri della sperimentazione sono ancora esigui, sembra dunque essere una tecnica promettente. I suoi svantaggi sono il costo – gli autori dello studio calcolano un costo approssimativo iniziale di 2.300 euro per acquistare l’antenna e di circa 160 euro per ogni tag – però oltre ad essere efficiente, sembra una tecnica rapida: nello studio per trovare ogni nido sono bastate 2 persone e 2-3 ore di tempo.