Meningite, informazioni per gli utenti

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A cura degli operatori sanitari dell’ASL Roma 5

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Cosa sta succedendo?

Recentemente alcuni casi di meningite nel territorio della nostra Azienda Sanitaria hanno generato preoccupazione nella popolazione. Per indicazione della Direzione Generale e seguendo le informazioni del sito del Ministero della Salute, abbiamo elaborato alcune risposte alle possibili domande degli utenti.

Oggi, nella nostra Regione il rischio di avere una meningite non è più alto che negli anni passati e rimane un evento molto raro. Durante il 2016, nella ASL Roma 5 si è verificato un solo caso di Meningite da meningococco, la forma cioè che si accompagna al 10% di mortalità.

Il nostro sistema ospedaliero offre cure tempestive ed efficaci ed i medici sono preparati a questo tipo di evenienza. Anche il sistema di sorveglianza dei casi di meningite funziona bene e la trasmissione delle informazioni necessaria alle autorità sanitarie per identificare i contatti dei malati e alla loro profilassi ha dato i risultati sperati, in quanto non si è verificato nessun caso di contagio.

1. Che cos'è la meningite?

E' un'infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). Generalmente riconosce una causa infettiva, tuttavia esistono anche forme non infettive (es. da farmaci, da neoplasia). La meningite infettiva può essere causata da virus, batteri e funghi o miceti. Quella virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune; di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni. La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere anche conseguenze letali. La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

2. Quali sono le cause della meningite infettiva?

Gli agenti della meningite infettiva possono essere da virus, batteri e funghi o miceti. Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto, sebbene non sia il più frequente, è Neisseria meningitidis (meningococco), di cui esistono diversi sierogruppi; quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Altri agenti batterici causa di meningite sono Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Gli agenti virali i più comuni sono l'herpesvirus, l'enterovirus, il virus dell’influenza. La meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit immunologico.

3. Come si trasmette?

La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Infatti, la propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte. Tuttavia, l'essere esposti a uno di questi patogeni non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia: per molti agenti patogeni (come meningococco, pneumococco e emofilo), infatti, è frequente lo stato di portatore, cioè di individuo sano, nella cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia e senza un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

4. Come si sviluppa l'infezione nell'organismo?

Solitamente, l'infezione non si origina dalla faringe, da cui gli agenti possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può però anche rappresentare l’evoluzione di una otite o sinusite o direttamente da un'infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio. La presenza del microorganismo nel sangue può anche dare setticemia (condizione grave).

5. Qual è il periodo di incubazione della malattia?

ll tempo può variare a seconda dell'agente causale e della condizione clinica. Il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria dei contatti). La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’inizio dei sintomi.

6. Quali sono i sintomi?

I primi sintomi possono essere aspecifici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. In genere, però, dopo 2-3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità; un segno tipico è la rigidità della nuca.

Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti, mentre possono essere presenti pianto continuo, irritabilità e sonnolenza, al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l'ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente.

La meningite e la sepsi meningococca si possono anche presentare con forme fulminanti, con il peggioramento delle condizioni in poche ore, e la comparsa di petecchie sulla pelle (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi).

7. Come si fa diagnosi di meningite?

La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi più favorevole della malattia. In presenza di un sospetto è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico che valuterà l’opportunità di un ricovero ospedaliero. L'esame cardine della diagnostica è l'analisi del liquido spinale (liquor), attraverso la puntura lombare, con analisi citochimica, colturale e biologia molecolare.

8. Come si cura?

Il trattamento deve essere tempestivo. La meningite batterica viene trattata con antibiotici; la cura è più efficace se il ceppo responsabile dell'infezione viene caratterizzato e identificato. Nel caso di meningiti virali, la terapia antibiotica non è appropriata, ma la malattia è meno grave e i sintomi si risolvono di solito nel corso di una settimana, senza necessità di alcuna terapia specifica, ma solo di supporto. L’identificazione dell’agente che causa la malattia è importante, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire la necessità della profilassi dei contatti. I nostri medici negli Ospedali hanno la competenza necessaria per curare con i farmaci più efficaci la malattia.

9. Chi sono i gruppi più a rischio di contrarre la malattia?

La meningite può colpire persone di tutte le età ma i bambini sotto l’anno, i bambini più grandetti  e gli adolescenti sono a maggior rischio, così come le persone ammalate o con problemi che interessano il sistema immunitario. Per tutte queste categorie è raccomandata la vaccinazione secondo quanto indicato dal calendario vaccinale della nostra Regione.

10. Cosa si fa in Italia per il controllo della meningite?

In Italia dal 1994 è attivo un sistema di sorveglianza nazionale dedicato alle meningiti batteriche che negli anni successivi include tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo (i batteri più frequentemente responsabili di sepsi). Il sistema prevede la segnalazione di tutte le forme di malattia invasiva da patogeni per i quali esiste un vaccino disponibile. Gli obiettivi sono il monitoraggio dell’andamento dei casi e la loro descrizione per frequenza, agente patogeno (distribuzione dei sierogruppi/sierotipi circolanti), area geografica e fascia d’età, la stima della quota di infezioni invasive prevenibili da vaccino e la valutazione dei casi di fallimento vaccinale. La sorveglianza è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità ed è estesa a tutto il territorio nazionale.

11. Cosa fa l’Azienda Sanitaria in presenza di casi di meningite?

Per prima cosa è necessario identificare al più presto il patogeno per scegliere le misure di profilassi più adeguate. Occorre identificare i conviventi e coloro che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei 10 giorni precedenti la data della diagnosi, da sottoporre a chemioprofilassi o a sorveglianza sanitaria. Dieci giorni sono il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, tenuto conto del massimo periodo di incubazione della malattia. Qualora al momento dell’identificazione fossero già trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto, i soggetti esposti non sono più considerati a rischio (vedi Circolare Ministeriale n. 4 del 13 marzo 1998).


12. Perché i media parlano oggi di “epidemia” di meningite?

Le notizie rilasciate dai media e rilanciate dai social media tendono ad amplificare la percezione dei casi effettivi e, a volte, a creare preoccupazione e allarmismo. L’andamento della malattia è soggetto a stretta sorveglianza da parte di personale specializzato e il numero di casi che si sono verificati nel 2016 (178 in tutta Italia) rientrano nella norma attesa, coerentemente con le variazioni stagionali previste. Oggi quindi non esiste nessuna epidemia o un pericolo maggiore di contrarre la malattia rispetto agli anni passati.

13. Come si previene la meningite?

La vaccinazione è sicuramente lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica.


14. Come vaccinarmi?

In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite che hanno diverse indicazioni:

-         La vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) è solitamente effettuata insieme a quella antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e anti epatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino, come da calendario vaccinale italiano. Non sono necessari ulteriori richiami.

-         La vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e va somministrata in 3 dosi, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino.

-         La vaccinazione contro Neisseria meningitidis C (meningococco C) è gratuita e prevede una sola dose a 13 mesi. E' raccomandata anche per gli adolescenti suscettibili (11-18 anni). Per chi è stato vaccinato da bambino, la necessità di un richiamo nell’adolescenza è allo studio.

-         La vaccinazione contro Neisseria meningitidis B (meningococco B) prevede schemi vaccinali differenti per numero di dosi, a seconda dell’età di inizio della vaccinazione ed è raccomandata solo per i bambini sotto l’anno di età.

-         La vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135 conferisce protezione nei confronti della meningite causata da 4 diversi sierogruppi, e consiste nella somministrazione di una singola dose a partire dai 12 mesi di età. E’ il vaccino normalmente utilizzato per gli adulti dei gruppi a rischio.

 
15. Se si fa il vaccino per la meningite si possono evitare gli altri vaccini?

Soprattutto per i bambini è necessario seguire il calendario vaccinale della Regione Lazio che include molte altre vaccinazioni anche “salvavita” o che migliorano la loro capacità di mantenersi in salute e prevenire malattie molto più frequenti che la meningite.

Calendario vaccinale

 

calendario vaccinale

Leggi anche il Comunicato del Ministero della Salute del 3 Gennaio 2017 che riassume la situazione generale del nostro Paese cliccando QUI.



16. Riferimenti

Ministero della Salute, Direzione generale della prevenzione sanitaria. www.salute.gov.it (Ultimo accesso 1/01/2017)

Istituto Superiore di Sanità. http://www.iss.it/mabi/ (Ultimo accesso 1/01/2017)

Epicentro. Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica. Malattie batteriche invasive (sepsi e meningiti) http://www.epicentro.iss.it/problemi/meningiti/meningite.asp (Ultimo accesso 1/01/2017)